lunedì 1 giugno 2020

Da Cannaregio al Castello: parte prima

D’accordo, Venezia è sempre Venezia. Piazza San Marco, il Palazzo Ducale, il Ponte dei Sospiri, la gita romantica in gondola. Eppure, dietro alla solita Venezia battuta dalle orde di turisti affamate di cartoline e cliché lagunari, esiste un’altra città, più intima, raccolta, pittoresca.
Insolita, insomma.
Arcana.
Ecco perché in questo articolo vi proponiamo un itinerario inconsueto e relativamente nascosto nel sestiere di Cannaregio.
L’itinerario propone un percorso alternativo a quello della più nota Strada Nuova, che suggerisce, oltre alla passeggiata tra calli e fondamenta, alcuni punti per osservare la laguna da scorci panoramici davvero spettacolari.


Il sestiere di Cannaregio, parte nord occidentale di Venezia, si estende dal Canal Grande fino alla Laguna e uno degli aspetti più insoliti è quello di ospitare il più antico e meglio conservato quartiere ebraico del mondo e dove la singolare urbanistica che si innalza in verticale tra calle e campielli ne fa un percorso culturale imperdibile a cui vi rimando a questo post: cannaregio il ghetto della memoria.

Dal campo del Ghetto Nuovo, prendo il ponte che porta alla Fondamenta degli Ormesini, e una volta superato svolto a destra lungo la fondamenta. Potrei fare una piccola pausa in uno dei tanti e famosi bacari presenti sulla riva del canale; Al Timon Bragozzo, Bacareto da ea Neni (assolutamente da provare), Ae Bricoe, Paradiso perduto.

Preferisco proseguire lungo le Fondamenta della Misericordia verso uno dei campi più caratteristici e silenziosi di Venezia, Campo dell’Abbazia della Misericordia.
Alla fine della fondamenta e prima di svoltare a destra per la Fondamenta che costeggia la chiesa di S. Felice, mi trovo davanti l’unico ponte di Venezia ancora senza parapetto. Si tratta del ponte Chiodo.

I ponti a Venezia sono 446, originariamente erano tutti costruiti in pietra e generalmente senza le protezioni laterali chiamate fin dal 1600 bande, o spallette, come dimostrano i dipinti dei grandi pittori veneziani del ‘700. A partire dall’800, per questioni di sicurezza, vennero invece tutti dotati di parapetto.
Solo due ponti sono sopravvissuti “senza bande”, uno appunto a Venezia, il ponte Chiodo, e l’altro sull’isola di Torcello, il ponte del diavolo.
Il ponte Chiodo è un ponte privato, poiché conduce alle porte di una casa abitata anticamente dalla famiglia Chiodo.

Dopo aver percorso la fondamenta di San Felice mi ritrovo nuovamente nella frenesia del flusso turistico e commerciale della Strada Nuova.
Prima di affrontare questa marea decido che è arrivato il momento di una pausa. Difronte alla chiesa del Campo si trova La Cantina, un ristorante-bacaro particolare.  La filosofia che ispira ogni suo aspetto è un mix unico di semplicità, tradizione e innovazione. La cucina propone piatti sempre diversi - a partire da appetitosi cicheti di pesce in base a ciò che propone il mercato del giorno.

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