Si parte, dopo aver parcheggiato l'auto nel parcheggio dell'antica Osteria Mirasole a Caluga, per gentile concessione dei proprietari (molto cordiali e gentili), seguendo verso nord la stradina asfaltata che in pochi minuti ci porta sopra al paese, dove, nei pressi dell'acquedotto incrociamo la strada dell'Alta Via del Tabacco (AVT) e il segnavia CAI n. 760 che percorreremo per qualche centinaio di metri fino ad incrociare sulla nostra sinistra una strada privata.
Abbandoniamo il 760 “Strada della Fossa” e saliamo la ripida stradina che, dopo un tornante, porta ad una casa. Sulla destra, tra due siepi, si materializza all'improvviso il sentiero sassoso che una volta imboccato si porta rapidamente in quota e poi con lungo traverso in un bel bosco di castagno e carpino ci conduce alla Bocchetta Campesana (quota 750 m - ore 1) dove ritroviamo il sentiero 760 che ci condurrà fino alla cima del M. Caina. ( quota 1.002 m - ore 1 e 40).
Arrivati a questo punto continuiamo la nostra escursione costeggiando in direzione ovest; e poi nord i lastroni verticali di pietra infissi nel terreno per segnare le linee di confine tra i comuni e le proprietà private. Questo luogo, posto tra Angarano e i territori di Campese, presenta la caratterisica di essere stato interessato attraverso i secoli da una confinazione tra comuni di cui restano i termini in pietra.
Questi cippi di termine sono numerosi sul Caina-Palazzon per le caratteristiche del confine che in quel posto è particolarmente tortuoso: sono caratterizzati dalla croce gromatica sulla parte superiore e dalle sigle dei comuni e da eventuali date sulle facce verticali. (il termine gromatico deriva dal latino gromaticus, che vuol dire pertinente alla misurazione topografica dei campi e fa riferimento ad uno strumento di misura romano chiamato groma).
(foto di Ennio Poletti tratte da
http://montagnaamica.blogspot.com)
Seguendo le lastre in pietra e i cippi di confine arriviamo ad uno dei luoghi più noti di questa zona montana: il Palazzon (quota 998 m - ore 2).
Si tratta di una architettura singolare " a casa fortificata", diversa per dimensioni e collocazione da tutte le altre costruzioni della zona.
L’edificio attuale, che è un evidente adattamento di quello più antico, presenta al piano terra un vano d’entrata cui si accede da due grandi portoni ad arco, a destra e a sinistra si trovano due stalle; il piano superiore, cui si accede dall’esterno, è una grande tezza per il fieno.
Il solaio tra i due piani è costituito da una grande volta a botte, costruita con pietra del luogo, ad arco ribassato.
Se gli elementi architettonici attuali rimandano ad una costruzione attorno al 1500-1600, per alcuni studiosi l’impianto potrebbe essere così antico da risalire fino ai tempi di Roma.
Ad Ovest troviamo due grandi pozzi con serbatoio a cupola e vera in pietra, e dove distinguiamo ancora chiaramente le canalizzazioni per la raccolta dell'acqua piovana dal tetto della casa al pozzo principale.
Dopo aver girovagato per mezz'ora intorno a questo splendido, anche se completamente abbandonato e oramai cadente, monumento architettonico in alta quota, ci avviamo, seguendo ancora le lastre confinarie di pietra, verso le casare di Campolongo fino ad incontrare il sentiero cai 765 che sale da Campolongo sul Brenta.
Lo seguiamo poi a destra, con direzione nord verso i "Trinceroni di Campolongo", lungo una strada sterrata che lentamente ci apre alla vista di Cima d'Asta, del Lagorai e più a destra ci permette uno scorcio delle Pale di San Martino.
L'aria fredda che ci ha accompagnato fin qui dalla cima del Caina smette e ci concede il tepore di un sole che annuncia ormai l'imminente arrivo della primavera.
Poco prima della parte terminale del Campolongo, subito dopo la casara Cimo (ex Lova), e in vista di un'amena area attrezzata con caminetto, incrociamo sulla nostra sinistra il segnavia cai 769 che scende verso ovest lungo la ripida la Val Veccia (quota 1.140 m - ore 3).
Durante la discesa e non senza qualche difficoltà riusciamo ad individuare, alla nostra sinistra, la recente strada forestale che, a mezza costa, corre parallela alla Val Vallerana e sbuca nella strada asfaltata che proviene da Rubbio.
Seguendo la strada asfaltata con direzione est arriviamo alla sbarra con divieto di accesso per le auto. (quota 1.060 m - ore 4)
A questo punto decidiamo, per evitare le auto e la gente lungo la strada, di scendere per il bosco, costeggiando il greto del Silan fino a recuperare il sentiero cai 760 "strada delle fosse" che ci riporta a Caluga ( totale ore 5 e 30).
quota partenza: 370 mt
quota arrivo: 1.140 mt
distanza percorsa: 17 km
tempo in movimento: 4 h e 30
energia spesa: 1.700 Kcal
3 commenti:
Bucaneve,
detto anche "stella del mattino"
perchè è uno dei primi fiori ad apparire nel nuovo anno.
I bucaneve sono il simbolo della vita e della speranza.
Domenica tu lassù hai visto un mare di bucaneve...
Un abbraccio da P.S.
.....è nel suo nome vero che ancora di più se ne percepisce la natura incantata: Galanthus nivalis, infatti, si divide in galanthus, che deriva dal greco gala=“latte”, e anthos=“fiore”, mentre nivalis significa “come la neve”.
Quindi un fiore bianco latte come la neve.
Una limpida lacrima o una piccola goccia di latte nata dal cuore in un sogno d'inverno.
...Non ho parole...
TU mi stupisci sempre !!
P.S.
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