Non fa differenza se c'è il sole o meno; la montagna mantiene intatta la sua bellezza in ogni condizione. La sua maestosità nello splendore di una giornata inondata di sole non diminuisce, come oggi, quando nuvole gonfie e cupe si spostavano con una lentezza che faceva presupporre il peggio.
Affrontare la salita spesso mi stimola, quasi come un rapporto d'amore.
Sai cosa ti aspetta: la fatica, lo sgomento di vedere un tornante ancora più ripido di quello che hai appena vinto e superato, e poi un altro e un altro ancora. E la paura di non farcela, e sentire le gambe che sembrano fare sempre più resistenza.
Speri sempre che quello che hai davanti sia l'ultimo strappo e che poi ti si apra un poggio, un piano, un prato. Ma vai avanti ancora con la forza del pensiero, della risolutezza, del non posso arrendermi proprio ora!
Speri manchi poco alla vetta… e quindi sai che non puoi mollare proprio ora, ma devi assolutamente vincere quest'ultima difficoltà.
Finalmente la salita si addolcisce, riprendi energia, fisica e mentale, fai gli ultimi metri che ti separano dalla cima e ti ritrovi completamente immerso nel silenzio dei tuoi pensieri, che si srotolano proprio come il panorama davanti a te.
Sì, la montagna è anche e forse soprattutto questo!
Amo la salita, con i suoi silenzi di sentieri poco frequentati.
Li cerco apposta, come oggi, tra sperdute valli e vecchie contrade che da Posina salgono verso gli altopiani.
Non importa che il paesaggio sia brullo o boscoso, non importa se la neve ha cancellato ogni traccia, non importa se l'inverno è tornato fuori e dentro di me, poiché la montagna è e resterà sempre Lei. Così basterà un fiore (non uno qualsiasi) lungo il sentiero per sentire meno la fatica.
E alla fine la soddisfazione di essere riuscito ad arrivare lassù. Il piacere di essere giunto dove volevo.
Spesso, il premio è un panorama, che si commenta solo con gli occhi, anche se oggi era avvolto dalla foschia e da una cappa di nuvole basse.
Dai Busati Grisi, per il sentiero cai 535, alla vetta del Tormeno: 1.300 metri di quota sopra un panorama grandioso, anche se si scorgeva a fatica, con un vento freddo che mi tagliava il viso, mi penetrava in ogni parte, ma che mi ha fatto apprezzare di essere lì!
Lo sguardo spaziava dal Novegno al Priaforà, dal Pasubio al Toraro ammantati di neve fresca, dal Verena fino alla dorsale di vetta del Monte Fior ricoperti di un manto di coltre bianca come mai quest'anno si era vista.
E lassù, nel bordo estremo di quel salto di roccia, dove l'attrazione del vuoto era forte, mi sentivo più vicino al cielo di Dio che alla terra degli uomini.
Così vicino....( che per un istante).......che mi sono ritrovato a ricordare e rileggere sguardi e parole che mi hanno aiutato a vedere la luce che fa chiare le cose anche quando il buio sembrava avvolgere il mio sguardo senza lasciarmi certezza alcuna.
...allora ti porterò con me dove il silenzio è più profondo, dove muore il giorno e l'ora blu della notte si rende visibile…
...allora ti terrò per mano lungo il sentiero per curare le ferite del passato.
Perché non è possibile tornare indietro, ma neppure dimenticare.
1 commento:
Bravo, un piacere leggerti
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