Ricordo due anni fa di aver letto la notizia dell'inaugurazione del Rifugio Tonini dopo recente ristrutturazione. La mia ultima visita al rifugio risale al mese di luglio del 2008. Sono passati molti anni da quella escursione, e visto che una pioggia leggera mi sta accompagnando dal Lago di Caldonazzo e il meteo non promette nulla di buono, abbandono l'idea del programma che mi ero preparato e decido di provare a salire al rifugio partendo dal Redebus.
Risalgo quindi in auto la Val dei Mocheni e giro a sinistra per il Passo del Redebus (m 1450) dove lascio l'auto e prendo a destra la strada sterrata (segnavia 443B) che sale tra i boschi. Dopo pochissimi minuti di cammino, in una piccola e pendente radura incontro la graziosa Baita della Faida dell'ASUC di Bedollo,recuperata e ristrutturata nel 2008 utilizzando materiali locali (pietra e legno).
Proseguo il cammino sul medesimo sentiero che nel tratto successivo si infila nuovamente nel bosco, con un piacevole andamento a sali-scendi, in mezzo ad una fitta foresta di abeti e di cirmoli.
Dopo una mezzoretta di cammino mi appare un ripido rampone al termine del quale sbuco nell'ampia radura di Malga Pontara. Dal 1982 al 1986 il Coro "Abete Rosso" ristrutturò l'allora malga in disuso ai fini di ritrovo per le prove del coro stesso.
Poi trent'anni dopo è stato recuperato ed ampliato anche lo stallone. L'ingresso del locale principale, con una scala in legno che porta al piano sottotetto, sembra quello di una lussuosa struttura turistica alpina più che quello di una dimora per pastori! La casara, non svolge però servizio di rifugio ma viene solamente affittata a colonie o agli amici del coro che lo richiedono durante il periodo estivo mentre la stalla e' adibita a dormitorio per i campeggiatori.
Proseguo fino a confluire sulla strada asfaltata che proviene dal passo e in breve raggiungo il grande pascolo delle due malghe Stramaiolo, preceduto da un parcheggio dove ci sono una decina di auto.
La prima malga quella Bassa che era già da tempo un agritur, ha subito un ampliamento (si chiaccherava di un ipotetico centro benessere) che l'ha ulteriormente imbruttita sia all'interno ma soprattutto all'esterno dove ora assomiglia ad una squallida pizzeria di periferia. Fuori due auto della TV trentina stanno facendo un servizio sull'agriturismo di montagna. E mentre penso a quali "baggianate" si staranno inventando per decantare questo disney-park mi allontano velocemente per la strada forestale con segnavia n. 443.
Prima che il bosco mi inghiotta lancio uno sguardo alla malga Stramaiolo Alta.
Qui, l'ultima volta che ci sono passato, c'era una scuola di cani da slitta che ora è sparita senza lasciare traccia, com'è destino di troppi finanziamenti europei dati a queste montagne per recuperi e valorizzazioni che lasciano l'amaro in bocca. In questa zona del Lagorai ho spesso l'impressione che i recuperi di molte malghe abbandonate siano stati finalizzati solamente ad uso personale.
"Se la fanno e se la godono" direbbe con voce rauca e in cimbro M. R. Stern.
Abbandonati i prati delle Stramaiolo, supero una erta salita che porta in breve al Passo di Campivèl (m 1830) da dove proseguo più o meno in piano e superando tre piccoli torrenti fino al rifugio Tonini. (m 1900 - ore 2:30 dal Passo).
Il Rifugio Giovanni Tonini è frutto della ristrutturazione della vecchia Malga Sprugio Alta effettuata nel 1972, quando i figli dell'ingegnere Giovanni Tonini, Chiara, Leo e Serenella, decisero di contribuire ai lavori e di intitolarlo al padre scomparso nello stesso anno.
Una volta terminato il recupero e la ristrutturazione, il Rifugio è stato poi donato alla sezione SAT di Baselga di Pinè.
Al rifugio è stato aggiunto un doppio corpo in pietra e legno, col tetto in scandole. L'effetto complessivo non è male (a riprova che - quando si vuole - si può anche non fare schifezze come alla Stramaiolo Bassa). C'è anche un impianto fotovoltaico e una teleferica di servizio che giunge fin dentro l'edificio, facilitando la vita al gestore.
Nel settembre del 2000, a cura della SAT centrale, è stato inaugurato il ristrutturato "stallone", poco sopra il rifugio.
Questa struttura, indipendente, è utilizzata per le attività di alpinismo giovanile.
Quando arrivo il tempo sembra mettersi al peggio e qualche goccia di pioggia inizia a scendere. Entro ma con mia sorpresa trovo la sala ristorante e la piccola saletta del bar già piena di gente.
Ordino una fetta di torta e mi accomodo fuori sotto il porticato.
Poco male perché non c'è nessuno e riesco così ad assaporare in completa pace la mia fetta di torta, il panorama verso la valle, il silenzio e anche qualche piccolo particolare che fanno di questo ambiente d'alta quota qualcosa di unico.
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