Non è certamente semplice trovarlo, ma merita sicuramente una pausa se siete da quelle parti. Certamente in Val di Funes non è l'unico posto dove si mangia bene e non è neppure l'unico dove si può godere di un panorama eccezionale delle Odle.
Solo che in questa jausenstation si respira aria d'altri tempi e soprattutto non c'è mai la ressa che si osserva in altre malghe dell'alta Val di Funes.
Per arrivarci, dopo essere usciti dall'autostrada del Brennero a Chiusa, bisogna prendere la strada per la Val di Funes, superare la deviazione per Tiso e preseguire fino a San Pietro.
La Val di Funes si snoda per 24 km, dalle maestose vette del Gruppo delle Odle fino ai vigneti della Valle Isarco a nord di Chiusa. Funes è una “Perla delle Alpi”, un network di località in grado di offrire il piacere di una vacanza sostenibile.
Simbolo di questa vallata dolomitica non sono solo il Gruppo delle Odle e la chiesetta di Santa Maddalena, ma lo è anche Reinhold Messner, nato proprio in questa favolosa valle. Ricorderete le immagini del film "“Nanga Parbat. La montagna del destino” di Reinhold Messner, dove il regista racconta alcuni episodi della sua infanzia vissuti, assieme al fratello Guenther, in Val di Funes, in cui spesso appare la chiesa di Santa Maddalena (foto a lato)
Lungo la stretta strada che dal centro di San Pietro ci conduce alla malga Moar si trova un'altra graziosa chiesetta intitolata a San Giacomo. Sorge su un’altura visibile in lontananza e rappresenta per questo motivo un amato punto panoramico dal quale è possibile ammirare l’intera valle e il gruppo delle Odle. Il magnifico affresco sulla parete esterna, con rappresentazione di San Cristoforo, santo protettore dei viandanti e dei pellegrini, indica che la chiesa è sorta nei pressi di una rilevante strada di passaggio.
Dalla chiesetta di San Giacomo o dal centro di San Pietro o anche dalla frazione di Tiso si possono intraprendere delle facili o medie escursioni: alla fossa dei lupi e alla Ottohöhe per poi passare alla croce Jochkreuz, oppure seguire il "sentiero dei contadini" che permette di visitare alcuni masi storici della vallata.
In ogni caso, qualsiasi sia il percorso che si intende intraprendere la sosta obbligata è alla Malga Jausenstation Moar.
Il posto è molto tranquillo anche alla domenica e, potendo mangiare all'aperto, si hanno a disposizione una serie di giochi per i bambini che aiutano molto nella gestione delle "piccole pesti".
Siamo arrivati alla malga dal sentiero n. 30 che passando per la fossa dei lupi/Wolfsgrube ci ha condotti dapprima alla Ottohöhe, che prende il suo nome da un ospite che fece erigere in questo punto panoramico verso Bressanone e la Plose, una panchina.
Mentre scendiamo dalla Jochkreuz alla malga, l'odore di resina del bosco di pino e abete rosso che abbiamo appena attraversato si mischia con quello dell'erba appena tagliata dei prati che contornano questo posto di ristoro. Anche gli occhi assaporano appieno di questo splendido panorama e alla mente riecheggiano dolci ricordi d'infanzia quando, durante le vacanze estive, restavo per qualche settimana dagli zii aiutandoli nei lavori dei campi.
Ci accomodiamo in uno dei tavoli all'aperto e scorriamo subito il menù
I piatti sono quelli della tradizione rivisitati e rielaborati con un pizzico di creatività che non guasta, ma anzi rende i piatti ancora più appetibili.
Abbiamo ordinato un eccellente camembert fritto con pomodori e zucchine grigliati accompagnato da una confettura di mirtilli rossi prodotta da loro stessi. Squisito.
Molto buone anche le mezzelune di patate con un ripieno delicato di graukas dal forte legame territoriale.
Note: Il Graukas è un formaggio tipico di latte acido stagionato circa 14 giorni, viene ottenuto da latte crudo scremato, in parte stagionato ed oleato. Inoltre il "Graukäse" - Formaggio grigio è un formaggio con un massimo 2% di grasso.
Da non perdere assolutamente i "Buchteln con salsa alla vaniglia".
I buchteln sono dei dolcetti tirolesi a base di pasta lievitata ripieni di marmellata di albicocche che vengono spennellati di burro fuso, cotti al forno e poi spolverizzati di zucchero a velo e immersi, ancora caldi, in una salsa calda di arance, oppure in una salsa di gelato alla vaniglia.
Una vera delizia.
L'unico appunto che si può fare e che alla domenica i tempi per essere
serviti si allungano e quindi non bisogna assolutamente venire alla Maor
con fretta.
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